Eris in peste patronus
Sarai un protettore durante la peste è questo l'incipit dato a San Rocco durante l'ondata di peste che colpì la puglia a fine seicento.
San Rocco da Montpellier, nato 1345/1350 – morto a Voghera, la notte tra il 15 e il 16 agosto 1376/1379, è stato un pellegrino e taumaturgo francese, è il più invocato, dal Medioevo in poi, come protettore dal terribile flagello della peste, e la sua popolarità è tuttora ampiamente diffusa, tant'è che un recente studio ha individuato san Rocco come il secondo santo più invocato, dai cattolici europei, per ottenere la guarigione dal COVID-19.
Il suo patronato si è progressivamente esteso al mondo contadino, agli animali, alle grandi catastrofi come i terremoti, alle epidemie e alle malattie gravissime; in senso più moderno, è un grande esempio di solidarietà umana e di carità cristiana, nel segno del volontariato.
Tutte le antiche fonti, e le nuove scoperte storiche, concordano sul racconto degli ultimi anni di vita di Rocco. Al contrario la località di ambientazione dei fatti è discordante. L'antica tradizione vuole che il santo sia tornato a Montpellier mentre le scoperte successive concordano che quello che avrebbe dovuto essere il ritorno nella sua città natale si interruppe sempre in terra italiana, probabilmente a Voghera (gli errori e le alterazioni di dizione, crearono una confusione con Angera).
In una regione funestata dalla guerra giunse Rocco, anelante di ritornare in patria senz'altro chiedere che una tranquilla ospitalità. Dalla barba lunga e incolta, avvolto in poveri e polverosi abiti, con il viso trasfigurato dalla sofferenza della peste, giunse al confine della cittadina, non sfuggendo né alla curiosità della gente né alla vigilanza delle sentinelle. Nessuno lo riconobbe, pur essendo i suoi parenti per parte di madre di origine lombarda: sospettato per la sua riluttanza a rivelare le sue generalità (dicendo di essere «un umile servitore di Gesù Cristo») e scambiato per una spia, fu legato e condotto dinanzi al governatore,suo zio paterno, che non lo riconobbe (e nulla fece Rocco per farsi riconoscere). Non si ribellò quando senza ulteriori indagini e senza processo finì in carcere restandovi per un lungo periodo (dai tre ai cinque anni) dimenticato da tutti.
La prigionia fu vissuta dal santo in un tormentoso silenzio e nel desiderio di essere lasciato in solitudine, non riconosciuto, a vivere quei pochi giorni che gli restavano. Non si lamentava della sua sorte, anzi aumentava i tormenti del carcere castigando la sua persona con molte privazioni, continue veglie e flagellazioni cruente. Se gli si domandava: «È mai vero che siete un esploratore dei nostri nemici?» lui rispondeva: «Io sono peggiore di una spia». Nonostante gli innumerevoli sforzi di un sacerdote, insospettitosi dello strano atteggiamento di Rocco durante le sue visite in carcere, di perorare la causa del prigioniero, il governatore non prestò ascolto. Intanto nella cittadina correva la notizia che in carcere un innocente si lasciava morire. Rocco morì nella notte tra il 15 e il 16 agosto, in un anno imprecisato tra il 1376 e il 1379.
L'annuncio della sua morte lasciò un intenso dolore, che invase l'intera popolazione unito allo sgomento per aver fatto morire un innocente in carcere. Tale commozione esplose quando a fianco della sua salma venne ritrovata una tavoletta, sulla quale erano incisi il nome di Rocco e le seguenti parole: «Chiunque mi invocherà contro la peste sarà liberato da questo flagello». Soprattutto suscitò scalpore il riconoscimento del corpo da parte di una dama, la nonna di Rocco e madre del governatore, che grazie alla croce rossa impressa sul suo petto identificò in lui suo nipote. Il compianto di un'intera cittadinanza fu il premio di tanta virtù, e in sua memoria la salma, sulla quale si scolpirono le parole rinvenute sulla tavoletta, venne deposta in una grande chiesa.
Voghera divenne il luogo del primo deposito del corpo del santo e, soprattutto, il fulcro della prima espansione del suo culto, insieme alle limitrofe zone piacentine.
Il culto a Conversano
San Rocco è molto venerato nella città di Conversano, una chiesa in suo onore fu fondata nel 1510 da Giacomo Moro, sulla via che porta al cenobio francescano di S. Maria dell’Isola, fuori le mura della città; all'interno è possibile trovare molte opere d'arte tra cui una grande pala d'altare dove viene raffigurata la Vergine Maria tra i santi Rocco, Sebastiano e Biagio di scuola finogliesca; tre statue di San Rocco con corredo argenteo. Di queste tre statue una in legno e piccolina, un'altra in cartapesta del maestro Manzo e l'ultima in legno d'ortisei che attualmente è portata in processione.
La festa di San Rocco ha rappresentato per la città sino al 1890 circa la festa più importante come descritto da Sante Simone nella Rassegna Pugliese - i ricordi della mia fanciullezza.
La sera del 15 agosto la statua del santo veniva trasferita in Cattedrale, il paese era adornato da luminarie a fiammelle ed i concerti bandistici accoglievano il santo. La mattina del 16 il solenne Pontificale del vescovo ed a seguire la processione del santo verso la chiesa di Santa Maria dell'Isola. La sera del 16 il santo faceva la più lunga e grande processione per le vie di Conversano, partecipavano alla processione i devoti scamiciati con le torce accese, la congrega patrona con altre congreghe, i cavalli con i cavalieri (salumai, cantinieri, ecc... che per una sera si mostravano al popolo come grande signore attorniato da vassalli). caratteristica era l'accoglienza al santo con tante fiammelle esposte sui balconi dai cittadini. Il 16 agosto terminava con i fuochi pirotecnici incendiati dinanzi la chiesetta.
Nei giorni di festa in piazza castello veniva preparato un altare con drappi e coperte, a guisa di baraccone, con l'immagine di San Rocco vecchio.
Con il tempo la festa ha conservato solo la processione serale con la cavalcata, il resto è solo memoria del patrimonio immateriale.
Quest'anno la pro loco in occasione del progetto di servizio civile universale " Patrimonio immateriale e identità culturale in Puglia" con i volontari del scu allestirà la sera del 16 agosto l'altare di San Rocco e seguirà con interviste e video la cavalcata del santo che resta uno degli appuntamenti più seguiti dell'estate conversanese, molto più di concerti e rappresentazioni varie, perché le tradizioni radicate restano sempre ben impresse e non scalfite dallo scorrere degli anni.