Il turista che, salendo dal mare o dall'entroterra arriva a Conversano, viene immediatamente affascinato dalle pendici della collina ove si inerpica la facciata nobile e severa del castello. A 30 km a sud di Bari, è una serena città collinare posta a 219 m sul livello del mare, dal quale dista pochi chilometri. In posizione incantevole, quasi sospesa tra cielo e mare, è una sosta deliziosa per chi va alla ricerca di aria salubre, clima mite, prodotti genuini, folklore, arte e storia. Ha una notevole attività economica a carattere agricolo ed artigianale. Il commercio ha momenti di particolare animazione in occasione della raccolta delle mandorle, delle olive, dell'uva e, soprattutto, delle ciliege che, per le pregiate qualità, sono ritenute tra le migliori del mondo. In epoca preromana ebbe il nome di Norba. La sua antica origine e storia è chiaramente leggibile nelle tracce di mura megalitiche, nei reperti archeologici, nei numerosi monumenti di diverso stile e varia architettura.
Antichissima sede vescovile dall'XI al XIX secolo fu centro di una vasta ed importante contea.
E' stata definita “Atene delle Puglie” per la sua antica e prestigiosa tradizione culturale, sempre tenuta viva da Istituzioni ed Associazioni con convegni di studio e manifestazioni teatrali musicali artistiche.
Il tessuto urbanistico della città presenta un centro storico particolarmente suggestivo, cui fanno da cornice ameni giardini pubblici.Il vasto territorio è costellato di masserie, di interessanti cappelle rurali e di "laghetti".
Vanta due concerti bandistici tra i più rinomati di Puglia.
E' sede di Telenorba, la più grossa emittente televisiva privata del Sud e d'Italia per indice di ascolto.
Le sue origini risalgono all'età del ferro e il primo nucleo abitativo che vi si insediò prese il nome di Norba: città fortificata.
Nel III sec. a. C. la città fu conquistata dai romani, ovviamente alla caduta del Impero Romano corrispose una grave crisi soprattutto in ambito economico e commerciale. Un nuovo nucleo fortificato si formò soltanto nell' Alto Medio Evo e prese il nome di Cupersanen o Cupersanum.
Un nuovo periodo positivo si ripresentò con la conquista della Puglia da parte dei Normanni che diedero alla Regione notevole importanza dal punto di vista strategico ed economico.
Successivamente fu eretta a contea sotto il dominio della casa degli Altavilla.
Nell'età angioina la contea passò ai Brienne, agli Enghien, ai Lussemburgo, ai Sanseverino e ai Barbiano. Agli inizi del XV secolo divenne feudo dei Caldora e degli Orsini del Balzo di Taranto.
Intorno alla metà del secolo il feudo, subentrato alla casa d'Angiò nel 1443 il re di Napoli Alfonso I d'Aragona, col matrimonio di Caterina Orsini del Balzo con Giulio Antonio Acquaviva, passò a quest'ultima casa. E questa avrà dominio su Conversano sino al decreto di abolizione della feudalità di Giuseppe Bonaparte nel 1806.
Notevoli furono le figure di alcuni conti di casa Acquaviva, fra cui quella di Giulio Antonio, valoroso uomo d'armi al servizio degli Aragonesi, che partecipò ai fatti di Otranto (1480-1481) rimanendo vittima di un agguato turco. Suo figlio Andrea Matteo, anch'egli uomo d'armi, ma soprattutto dotto umanista, partecipò alla congiura dei baroni del 1485 contro il re aragonese; si schierò contro gli Spagnoli nel conflitto che oppose Francia e Spagna fra la fine del Quattrocento e i primi del Cinquecento per il possesso del Regno di Napoli.
Un cenno merita infine Giangirolamo II Acquaviva, detto il Guercio delle Puglie (XVII sec.), esempio della diffusa e persistente riottosità baronale nei confronti del potere centrale, ma al tempo stesso splendido mecenate. Egli infatti accolse alla sua Corte il pittore napoletano Paolo Finoglio, autore a Conversano di importanti opere, fra le quali spicca il ciclo illustrante la “Gerusalemme liberata” di Torquato Tasso.
Dopo la morte del Guercio la contea di Conversano si avviò verso una lenta decadenza.
Le vicende successive all'eversione della feudalità videro la partecipazione di Conversano al Risorgimento ed un graduale affermarsi della borghesia cittadina al termine di un lungo processo che portò, fra la fine dell'Ottocento ed il primo ventennio del Novecento, ad un inasprimento della lotta politica e sociale culminata con l'assasinio dell'on. Giuseppe Di Vagno nel 1921.
Di fondamentale importanza per la storia di Conversano fu, nel secondo Ottocento, l'influenza esercitata dal Seminario-Convitto Vescovile, in cui operarono e si formarono intellettuali ed educatori, tra i quali il vescovo Giuseppe Maria Mucedola e monsignor Domenico Morea (autore del “Chartularium Cupersanense”), tanto che l'Istituto assunse un ruolo di grande rilievo nella cultura e nella vita intelletuale della città e della Terra di Bari.
Antichissima sede vescovile dall'XI al XIX secolo fu centro di una vasta ed importante contea.
E' stata definita “Atene delle Puglie” per la sua antica e prestigiosa tradizione culturale, sempre tenuta viva da Istituzioni ed Associazioni con convegni di studio e manifestazioni teatrali musicali artistiche.
Il tessuto urbanistico della città presenta un centro storico particolarmente suggestivo, cui fanno da cornice ameni giardini pubblici.Il vasto territorio è costellato di masserie, di interessanti cappelle rurali e di "laghetti".
Vanta due concerti bandistici tra i più rinomati di Puglia.
E' sede di Telenorba, la più grossa emittente televisiva privata del Sud e d'Italia per indice di ascolto.
Le sue origini risalgono all'età del ferro e il primo nucleo abitativo che vi si insediò prese il nome di Norba: città fortificata.
Nel III sec. a. C. la città fu conquistata dai romani, ovviamente alla caduta del Impero Romano corrispose una grave crisi soprattutto in ambito economico e commerciale. Un nuovo nucleo fortificato si formò soltanto nell' Alto Medio Evo e prese il nome di Cupersanen o Cupersanum.
Un nuovo periodo positivo si ripresentò con la conquista della Puglia da parte dei Normanni che diedero alla Regione notevole importanza dal punto di vista strategico ed economico.
Successivamente fu eretta a contea sotto il dominio della casa degli Altavilla.
Nell'età angioina la contea passò ai Brienne, agli Enghien, ai Lussemburgo, ai Sanseverino e ai Barbiano. Agli inizi del XV secolo divenne feudo dei Caldora e degli Orsini del Balzo di Taranto.
Intorno alla metà del secolo il feudo, subentrato alla casa d'Angiò nel 1443 il re di Napoli Alfonso I d'Aragona, col matrimonio di Caterina Orsini del Balzo con Giulio Antonio Acquaviva, passò a quest'ultima casa. E questa avrà dominio su Conversano sino al decreto di abolizione della feudalità di Giuseppe Bonaparte nel 1806.
Notevoli furono le figure di alcuni conti di casa Acquaviva, fra cui quella di Giulio Antonio, valoroso uomo d'armi al servizio degli Aragonesi, che partecipò ai fatti di Otranto (1480-1481) rimanendo vittima di un agguato turco. Suo figlio Andrea Matteo, anch'egli uomo d'armi, ma soprattutto dotto umanista, partecipò alla congiura dei baroni del 1485 contro il re aragonese; si schierò contro gli Spagnoli nel conflitto che oppose Francia e Spagna fra la fine del Quattrocento e i primi del Cinquecento per il possesso del Regno di Napoli.
Un cenno merita infine Giangirolamo II Acquaviva, detto il Guercio delle Puglie (XVII sec.), esempio della diffusa e persistente riottosità baronale nei confronti del potere centrale, ma al tempo stesso splendido mecenate. Egli infatti accolse alla sua Corte il pittore napoletano Paolo Finoglio, autore a Conversano di importanti opere, fra le quali spicca il ciclo illustrante la “Gerusalemme liberata” di Torquato Tasso.
Dopo la morte del Guercio la contea di Conversano si avviò verso una lenta decadenza.
Le vicende successive all'eversione della feudalità videro la partecipazione di Conversano al Risorgimento ed un graduale affermarsi della borghesia cittadina al termine di un lungo processo che portò, fra la fine dell'Ottocento ed il primo ventennio del Novecento, ad un inasprimento della lotta politica e sociale culminata con l'assasinio dell'on. Giuseppe Di Vagno nel 1921.
Di fondamentale importanza per la storia di Conversano fu, nel secondo Ottocento, l'influenza esercitata dal Seminario-Convitto Vescovile, in cui operarono e si formarono intellettuali ed educatori, tra i quali il vescovo Giuseppe Maria Mucedola e monsignor Domenico Morea (autore del “Chartularium Cupersanense”), tanto che l'Istituto assunse un ruolo di grande rilievo nella cultura e nella vita intelletuale della città e della Terra di Bari.