Oggi 3 febbraio, si celebra San Biagio, medico, vescovo e martire armeno, vissuto tra il III e il IV
secolo a Sebaste. Viene considerato il protettore della gola a seguito di un
miracolo che lo ha visto protagonista: un giorno giunse presso di lui un donna
con il suo bimbo morente tra le braccia,
per aver ingoiato una lisca di pesce; egli lo salvò, appoggiando le mani sul
collo del piccolo, che riuscì a sputare la spina.
A Conversano, secondo un'antica tradizione, il giorno di san Biagio, ci si recava presso la chiesa cattedrale e presso la chiesa delle monache di San Benedetto. In entrambe le chiese, in orari differenti, il popolo di Dio riceveva un importante benedizione, quella della gola, in quanto il Santo martire Biagio era il protettore della gola. Il rito è ancora oggi celebrato nella Basilica Cattedrale di Conversano, dove il celebrante con due candele forma una "x" e tocca le gole dei fedeli.
Nella chiesa di San Benedetto viene conservata un'importante reliquia con un osso di San Biagio martire, la reliquia oggetto di venerazione per tanti secoli è realizzata in argento ed è attestabile intorno al primo ventennio del 1600.
Nella medesima chiesa è presente sull'altare centrale un dipinto del pittore Finoglio, che rappresenta San Biagio e San Benedetto a colloquio divino.
Ancora a Conversano, presso la chiesa di San Rocco, è presente una tela che raffigura la Vergine Maria con bambino tra i santi Biagio, Rocco e Sebastiano.
San Biagio è raffigurato secondo la più diffusa iconografia con le insegne episcopali, le mani levate in alto, un pettine di ferro che ricorda lo strumento del suo martirio e con due ceri incrociati, o anche in compagnia di animali selvaggi che accarezza.