L’anguria è la frutta estiva per eccellenza e in questo periodo dell’anno sulle tavole siciliane si consuma uno dei dolci tipici più amati dalla tradizione: il gelo di ‘mellone’. La fuorviante denominazione ‘gelo di mellone’ deriva dall’impropria traduzione del termine dialettale ‘muluni’ che in siciliano significa appunto ‘anguria’.
A Palermo da giugno a settembre, è facile trovare chi vende le angurie. Agli angoli dei marciapiedi, disseminati in vari “punti strategici” della città, infatti, si possono vedere carrettini, camion o moto ape con la sponda posteriore aperta da cui fanno bella mostra piramidi di angurie. Il venditore di “muluna” è detto “u mulunaru”, riconoscitore esperto del frutto, che ne capisce la maturazione dando uno schiaffo alla corteccia e ascoltandone il rumore, garantendo la bontà al cliente.
Le sue origini
sono ancora incerte, secondo alcune fonti il dolce sarebbe stato inventato durante
la dominazione araba in Sicilia, per la presenza di ingredienti e aromi tipici
della cucina araba, come cannella, frutta candita e pistacchi. Altre fonti invece ritengono sia stato adottato dalla cucina di Piana degli Albanesi,
nella provincia di Palermo, dove intorno al XV secolo si stabilì la popolazione
albanese (Arberesch) e dove tutt’ora risiede, mantenendo usi e costumi della
terra natia.
In particolar modo, nel capoluogo siciliano, il gelo di anguria trova
il suo momento di massima sacralizzazione durante il Festino di Santa Rosalia,
patrona della città, e come re indiscusso delle tavolate di Ferragosto.
Come molte
ricette della tradizione, anche questa presenta numerose varianti in base al
territorio o alla memoria familiare.
Sarà dunque possibile trovare nelle varie versioni diverse tipologie di
spezie per aromatizzarlo come la cannella, i chiodi di garofano, i fiori di
gelsomino, la zuccata ma in tutte non manca mai il cioccolato fondente per
simulare i semi d’anguria.
RICETTA
INGREDIENTI
Per un litro
di succo d’anguria ottenuto pulendo la polpa dai semini e passandola al
setaccio
100 g circa
di zucchero semolato (dipende dalla dolcezza del frutto)
80 g di amido
gocce di
cioccolato
cannella a
piacere
granella di
pistacchio per guarnire
Per chi ama l’aroma del gelsomino, lasciare macerare per 24 ore in mezzo bicchiere d’acqua, circa 15 fiori.
PROCEDIMENTO
Eliminare la
buccia e i semi prima di frullare l’anguria per evitare di alterare il sapore.
Filtrare il liquido in modo da eliminare ogni residuo ed impurità. Setacciate
l’amido in modo da evitare la formazione di grumi all’interno dell’anguria
frullata. Miscelate a freddo il succo di anguria con l’amido, e l’acqua
profumata di gelsomino. Porre sul fuoco a fiamma moderata il composto ottenuto e
mescolate fino a portare a ebollizione per 4/5 minuti o comunque fino a quando
avrà raggiunto la consistenza di un budino. A questo punto versare il gelo in
stampi che avrete precedentemente bagnato con l’acqua mettendo qualche goccia
di cioccolato e riponete in frigo per un’ora circa. Infine decorate con
altro cioccolato, granella di pistacchi e spolverate di cannella.