In scena la tormentata vita della più grande pittrice del 1900 incrociata con quella di personaggi dell’epoca come la fotografa Tina Modotti, il politico Leon Trockij, il marito muralista Diego Rivera e diversi altri. Lo spettacolo teatrale è un omaggio ad una straordinaria donna capace di trasformare, con colori e pennelli, il suo immenso dolore causato da un incidente accadutole quando aveva 18 anni, in quadri di una bellezza straordinaria. Ecco quindi la tragedia della vita, la passione per la pittura , quella per la politica e per la vita affettiva e relazionale.
Compagnia:
La Compagnia Teatrale Officina d’Arte di Bitetto, è una esperienza di “teatro sociale” o “di interazione sociale”.
Nasce nel comune di Bitetto (Ba) con l’obiettivo di valorizzare la capacità di una comunità di creare cultura con l’arte , attraverso i laboratori e le varie forme d’ espressione, dal teatro alla musica, dalla pittura alla scrittura, dalla manualità artigianale alla elaborazione delle idee di tutti. Alla compagnia partecipa chiunque voglia condividere una esperienza di vita sociale nel rispetto delle singole personalità e della propria diversità.
I componenti sono persone che si “mettono in gioco sul palcoscenico” volontariamente, includendo contesti di “disagio ” . La proposta nasce dalla volontà di Vito Dalò regista dalla pluridecennale esperienza nel campo del Teatro Sociale. Il regista ha creato compagnie ed ha condotto laboratori teatrali non solo per solidarietà umana, ma per reale e fondamentale interesse artistico.
Di fatto, molte– non tutte – le esperienze teatrali come questa, prendono forma anche nel disagio. La compagnia autoproduce i lavori, esattamente come quel teatro che nasce nel carcere o nei centri di salute mentale o nelle periferie urbane che hanno assunto le stimmate di veri e proprio prodotti d’arte, con esiti scenici che possono competere serenamente con le migliori “produzioni” dei teatri di tendenza. In un momento in cui la tecnologia ci relaziona nella solitudine, il teatro sembra l’ultimo baluardo allo smembramento individualistico e fa emergere la voglia di stare insieme.
Il teatro, infatti, è terreno fertile per la crescita di un’umanità varia, aperta, integrata. Niente muri o barriere: anche la diversità trova accoglienza e ascolto, anzi diventa oggetto e soggetto creativo; ecco allora che le tante diversità e disabilità umane che oggi abitano il palcoscenico, con il loro carico di storie difficili, sono l’apoteosi di un teatro che ha sbaragliato ogni forma per giungere a una sostanza nuova:bellissima , creativa ed esplosiva. Il teatro sociale d’arte ha in sé la carica rivoluzionaria di chi sa scardinare preconcetti e pregiudizi, di chi non si arrende al perbenismo, di chi cerca più il “senso” che il “consenso”. Dunque un teatro come ricerca e esplorazione di nuovi linguaggi, di codici diversi, di possibilità drammaturgiche, poetiche, registiche, interpretative assolutamente originali. Con la possibilità, poi, di sperimentarsi senza l’assillo delle leggi del mercato, senza inseguire il “nome di richiamo”. Anche da questo punto di vista il (nostro) teatro sociale opera un sostanziale ribaltamento di rotta rispetto alle pratiche dominanti.
Organizzato da Compagnia di teatro sociale Officina d'Arte
24 maggio ore 20.30
Casa delle Arti, Via Donato Jaia 14, Conversano 70014
Contributo Libero