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Lector in Fabula 2017 - Si fa presto a dire Rivoluzione -


Lector in Fabula 2017
Si fa presto a dire Rivoluzione
Il 2017 sarà denso di ricorrenze e anniversari legati a importanti rivoluzioni. E a grandi rivoluzionari.
Da Martin Lutero a don Lorenzo Milani, da Lenin ad Ernesto Che Guevara, tutti riferimenti storici che sono diventati anche patrimonio dell’immaginario collettivo. Ma, al di là delle ricorrenze e degli episodi, resta centrale il tema della Rivoluzione e di come viene intesa la parola. Per comprendere meglio il significato basta sfogliare un ideale calendario civile: troviamo così i 100 anni della rivoluzione russa, i 90 anni dal volo transoceanico dello “Spirit of Saint Louis” di Charles Lindbergh e dalla prima comunicazione telefonica tra i due continenti. Gli 80 anni dall’inaugurazione di Cinecittà, della scomparsa di Antonio Gramsci e dell’assassinio dei fratelli Rosselli; 70 anni li compiono il Fondo Monetario Internazionale e il Piano Marshall, mentre ricorre la dichiarazione di indipendenza dell’India. 60 anni fa la firma dei Trattati di Roma. Sono 50 anni dal primo trapianto di cuore ad opera di Cristian Barnard, dalla pubblicazione di “Sgt. Pepper’s lonely hearth club band” dei Beatles e dalla scomparsa di Totò; 40 anni dalla tv a colori in Italia (con dieci anni di ritardo dal resto d’Europa!), dall’assegnazione del Nobel per la pace ad Amnesty International e dall’ultima esecuzione capitale con la ghigliottina in Francia. 30 anni dall’avvio del progetto “Erasmus” e 20 dall’esperimento di clonazione sulla pecora Dolly. E se, in ne, volessimo guardare a quello che è successo ieri, sono passati solo 10 anni quando a fine estate, mentre esplodeva la crisi dei mutui subprime statunitensi (con le ben conosciute conseguenze sui mercati finanziari mondiali), Steve Jobs presentava al mondo il primo iPhone.
Rivoluzioni e rivoluzionari diversi l’uno dall’altro, ma tutti capaci di produrre cambiamenti culturali, tecnologici, nei linguaggi, nei costumi, nei rapporti sociali ed economici. Alcuni si potranno definire epocali. Altri sono già diventati simbolo e mito.
Eppure, non sempre le rivoluzioni spostano gli ordini in maniera irreversibile. Molto spesso, attenendosi alla metafora copernicana, operano come un movimento convulsivo, uno scombussolamento destinato a riportare il corpo (astrale, sociale e politico) allo stesso punto di partenza. Come dire, “tutto cambia perché nulla cambi”.
Così, se la nostra storia continuerà ad essere percorsa da rivoluzioni e da controrivoluzioni, il mondo seguiterà ad essere diviso in rivoluzionari e reazionari, in riformatori e conservatori, in ribelli e sottomessi.
Si può essere d’accordo o meno, essere vicini ad un ideale rivoluzionario oppure ritenere al contrario che no, le rivoluzioni sono fatte da molti nell’interesse di pochi. In ogni caso, mentre ciascuno di noi vive piccole e personali rivoluzioni quotidiane, sentiamo il bisogno di cercare risposte. Cosa c’è dietro una rivoluzione e perché abbiamo bisogno di cambiare.
Quali sono i limiti? E in fine: rivoluzione è sinonimo di libertà?