Il prof. Ubaldo Panarelli ha inviato recentemente al settimanale "Il mio Papa", edito dalla Mondadori, una poesia dedicata al Santo Padre Francesco.
Lo scritto è stato pubblicato sul numero 7 del 23 aprile 2014. Di seguito la poesia inedita sul Papa di Ubaldo Panarelli.
PAPA FRANCESCO
Non sa tacere la mia voce
ultima tra le tante
dal parlare di te
Papa buono.
Tu che hai mutato il volto della Chiesa
con un solo “buonasera”.
Abbracciando il lebbroso
mostrasti in un istante
a uomini ancora increduli
l’umiltà del poverello d’Assisi
il dono di sé di Madre Teresa
la grandezza degli ultimi:
gioia e lacrime
si contendono il volto dei fedeli.
Giunto da un Paese posto “alla fine del mondo”
dove poveri migranti Italiani fissarono nuova dimora
vivi ogni istante il Vangelo
con ineffabile semplicità
elevando al rango di prima fra le virtù
la bellezza del cuore.
Con essa hai sedotto milioni di giovani
giunti da ogni angolo della Terra
assetati di amore, di giustizia, di Dio.
Io so bene, Padre santo, cosa custodisce la tua logora borsa nera
che stringi forte a te:
essa è piena di quella carità infinita
che il tuo pur immenso cuore
non riesce a contenere.
Ubaldo Panarelli (Conversano-Bari)
Lo scritto è stato pubblicato sul numero 7 del 23 aprile 2014. Di seguito la poesia inedita sul Papa di Ubaldo Panarelli.
PAPA FRANCESCO
Non sa tacere la mia voce
ultima tra le tante
dal parlare di te
Papa buono.
Tu che hai mutato il volto della Chiesa
con un solo “buonasera”.
Abbracciando il lebbroso
mostrasti in un istante
a uomini ancora increduli
l’umiltà del poverello d’Assisi
il dono di sé di Madre Teresa
la grandezza degli ultimi:
gioia e lacrime
si contendono il volto dei fedeli.
Giunto da un Paese posto “alla fine del mondo”
dove poveri migranti Italiani fissarono nuova dimora
vivi ogni istante il Vangelo
con ineffabile semplicità
elevando al rango di prima fra le virtù
la bellezza del cuore.
Con essa hai sedotto milioni di giovani
giunti da ogni angolo della Terra
assetati di amore, di giustizia, di Dio.
Io so bene, Padre santo, cosa custodisce la tua logora borsa nera
che stringi forte a te:
essa è piena di quella carità infinita
che il tuo pur immenso cuore
non riesce a contenere.
Ubaldo Panarelli (Conversano-Bari)