Argenti dell' età barocca in Terra di Bari: dal 6 aprile al 30 giugno 2014 - Pinacoteca comunale “Paolo Domenico Finoglio” Polo Museale Castello di Conversano (BA)
Dopo il successo dell’esposizione “Paolo Finoglio e il suo seguito. Pittori a Conversano nei decenni centrali del Seicento”, la Cooperativa Armida di Conversano presenta una nuova importante mostra intitolata: “Potere e Liturgia. Argenti dell’età barocca in Terra di Bari” che sarà ospitata sui due piani della Pinacoteca Comunale “Paolo Finoglio” nel Castello Aragonese di Conversanodal 6 aprile al 30 giugno 2014.
La mostra, curata da Giacomo Lanzilotta, intende far luce sull’importante patrimonio di arte argentaria conservato nelle chiese della Terra di Bari e databile ai secoli XVII e XVIII. La storiografia sinora occupatasi di arte decorativa in Puglia ha privilegiato i secoli del Medioevo e del Rinascimento, tuttavia, gli studi sinora condotti sul periodo tradizionalmente indicato come “età barocca”, hanno messo in luce casi e opere di assoluto rilievo. I processi di visualizzazione del potere e l’uso delle immagini a fini “persuasivi” promossi dalla chiesa della Controriforma, condussero in questo lembo d’Italia, fatto di città vivaci e mercantili ma anche di piccoli centri agricoli interni, ad un capillare interesse verso gli oggetti liturgici e le opere di arte plastica d’argento, in significativo parallelo con quanto s’andava manifestando in seno alle altre arti.
A tal fine sono state raccolte più di quaranta opere provenienti dalle chiese di Acquaviva delle Fonti, Conversano, Monopoli, Castellana Grotte, Polignano a Mare, Bari, Bitonto, Bisceglie, Corato, Molfetta, Gravina di Puglia, Altamura, Ruvo di Puglia, Terlizzi e dai Musei diocesani di Monopoli, Bitonto, Molfetta e Gravina.
Un rilievo speciale verrà dedicato ai casi di Gravina, Conversano, e Bisceglie. In queste città è possibile, infatti, riscontrare la presenza di particolari condizioni mecenatistiche: ovvero di una dinastia di feudatari (è il caso degli Orsini di Gravina) o di una ricca comunità monastica che intreccia le proprie vicende con quelle del patriziato locale (è il caso del monastero di S. Benedetto a Conversano) o, infine, di vescovi raffinati e particolarmente attenti alle arti visive (è il caso del Vescovo Sarnelli a Bisceglie) che commissionarono lussuosi oggetti liturgici e statue.
La mostra, curata da Giacomo Lanzilotta, intende far luce sull’importante patrimonio di arte argentaria conservato nelle chiese della Terra di Bari e databile ai secoli XVII e XVIII. La storiografia sinora occupatasi di arte decorativa in Puglia ha privilegiato i secoli del Medioevo e del Rinascimento, tuttavia, gli studi sinora condotti sul periodo tradizionalmente indicato come “età barocca”, hanno messo in luce casi e opere di assoluto rilievo. I processi di visualizzazione del potere e l’uso delle immagini a fini “persuasivi” promossi dalla chiesa della Controriforma, condussero in questo lembo d’Italia, fatto di città vivaci e mercantili ma anche di piccoli centri agricoli interni, ad un capillare interesse verso gli oggetti liturgici e le opere di arte plastica d’argento, in significativo parallelo con quanto s’andava manifestando in seno alle altre arti.
A tal fine sono state raccolte più di quaranta opere provenienti dalle chiese di Acquaviva delle Fonti, Conversano, Monopoli, Castellana Grotte, Polignano a Mare, Bari, Bitonto, Bisceglie, Corato, Molfetta, Gravina di Puglia, Altamura, Ruvo di Puglia, Terlizzi e dai Musei diocesani di Monopoli, Bitonto, Molfetta e Gravina.
Un rilievo speciale verrà dedicato ai casi di Gravina, Conversano, e Bisceglie. In queste città è possibile, infatti, riscontrare la presenza di particolari condizioni mecenatistiche: ovvero di una dinastia di feudatari (è il caso degli Orsini di Gravina) o di una ricca comunità monastica che intreccia le proprie vicende con quelle del patriziato locale (è il caso del monastero di S. Benedetto a Conversano) o, infine, di vescovi raffinati e particolarmente attenti alle arti visive (è il caso del Vescovo Sarnelli a Bisceglie) che commissionarono lussuosi oggetti liturgici e statue.