Sabato 26 gennaio alle ore 18, nel Castello di Acaya, sarà inaugurata la Mostra archeologica sugli scavi di Roca Vecchia dal titolo “Roca nel Mediterraneo”, organizzata da Provincia di Lecce e Istituto di Culture Mediterranee, insieme a Ministero per i Beni e le Attività culturali, Unione Europea, Regione Puglia, Comune di Melendugno, Comune di Vernole, Università del Salento, Scuola archeologica italiana di Atene, UniRoca - Associazione universitaria di promozione sociale, Terra- Società cooperativa per i beni e le attività culturali e ambientali, Umana Natura.
Parteciperanno al taglio del nastro il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone, la vicepresidente e assessore alla Cultura Simona Manca, il sindaco di Melendugno Marco Potì, il rettore dell’Università del Salento Domenico Laforgia, il direttore del Dipartimento per i Beni culturali dell’Università del Salento Mauro Lombardo, il soprintendente per i Beni archeologici della Puglia Luigi La Rocca, il responsabile degli scavi di Roca Cosimo Pagliara, il curatore della mostra Luigi Coluccia della Scuola Archeologica di Atene.
La Mostra “Roca nel Mediterraneo”, curata da Luigi Coluccia e Oronzina Malecore, è suddivisa in due sezioni, una introduttiva e l’altra tematica. Nella prima, sono illustrate le motivazioni storiche e culturali che stanno dietro alla scelta del Castello di Acaya, immobile di proprietà della Provincia di Lecce situato nel territorio comunale di Vernole ed affidato in gestione all’Istituto di Culture Mediterranee, istituzione in house dell’Ente provinciale, come contenitore della mostra archeologica. Accanto a questo sono forniti i supporti informativi fondamentali per l’inquadramento generale del sito e del contesto territoriale preso in esame, insieme alla storia degli studi che vanta un insolito primato.
La sezione introduttiva è suddivisa nelle seguenti aree espositive: Da Roca ad Acaya (le ragioni di una scelta); La lunga storia delle ricerche condotte a Roca a partire dal Rinascimento; L’insediamento protostorico di Roca e il contesto ambientale. La ricostruzione dell’ecosistema antico (geomorfologia, ambiente, flora, fauna, clima etc.) e le trasformazioni intercorse negli ultimi 3000 anni, dai processi naturali a quelli antropici; L’area naturale protetta delle Cesine: il relitto ultimo di un ambiente sopravvissuto alla pressione antropica.
Nella sezione tematica sono esposti i temi nodali della Mostra, attraverso una scansione temporale delle principali fasi evolutive dell’abitato, ad ognuna delle quali è dedicata una specifica sala secondo questo itinerario: Le mura di fortificazione: l’assedio; I contatti trans marini: la navigazione; I luoghi del culto e la vita materiale; Memoria e sopravvivenza del culto nell’età del Ferro; La Grotta Poesia e le testimonianze epigrafiche del culto.
Attorno al tema delle relazioni umane e degli scambi commerciali e culturali, che da sempre hanno avuto come teatro d’azione il “mare in mezzo alle terre”, si colloca l’esperienza di un territorio naturalmente predisposto ai contatti con l’esterno, raccontata attraverso la testimonianza di uno dei siti chiave per la comprensione delle dinamiche storiche che hanno coinvolto l’estrema propaggine sud-orientale italiana a partire dalla metà del II millennio a.C.
Tra la Media età del Bronzo e la Prima età del Ferro si assiste alla nascita di numerosi abitati costieri fortificati. Proprio per Roca, venticinque anni di ricerche sistematiche hanno comprovato l’esistenza di uno straordinario insediamento a carattere emporico, attorno al quale ruotavano gli interessi di una fitta rete di traffici ad ampio raggio, che dalla tarda età del Bronzo collegava la nostra penisola all’Adriatico settentrionale, all’Egeo e al Vicino Oriente.
Nella Mostra grande spazio è dedicato al contesto ambientale e alla ricostruzione dell’ecosistema antico e alle trasformazioni intercorse negli ultimi 3000 anni, dai processi naturali a quelli antropici. Presente, inoltre, un’ampia rassegna di materiali esotici, dalle ceramiche di tipo minoico-miceneo, ai metalli di derivazione europea-continentale, agli avori e ad altro ancora.
Tra gli oggetti indigeni, oltre alla significativa presenza di vasellame d’uso quotidiano foggiato a mano, saranno esposti alcuni esempi di artigianato specializzato, da quello metallurgico rappresentato dai bronzi dei due ripostigli scoperti nei livelli pavimentali della grande “capanna-tempio” del Bronzo Finale, a quello vascolare, che vede la produzione dei grandi dolia, per la prima volta realizzati con l’ausilio del tornio. A questi, si associano altri singolari manufatti, come la ricostruzione del disco in lamina d’oro, simbolo del culto solare.
La memoria e la sopravvivenza del culto nella successiva età del Ferro, insieme alle più tarde testimonianze epigrafiche raccolte a Grotta Poesia, che da sola costituisce la prova tangibile della lunga vicenda insediativa di Roca, sono i temi affrontati nella sezione conclusiva della Mostra.
Altra particolarità dell’esposizione archeologica è la sua completa accessibilità anche ai visitatori con disabilità, grazie al totale abbattimento di ogni barriera architettonica e alla presenza di riproduzioni tattili, audio descrizioni, stampa in braille, realizzate su consulenza della società “Poiesis” di Copertino.
La mostra “Roca nel Mediterraneo” sarà aperta fino a 26 gennaio 2014 , dal martedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30; il sabato e la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30. Su richiesta di gruppi di visitatori potrà essere aperta anche in altri orari.
Il costo del biglietto è di 5 euro, ridotto a 3 euro per i bambini dai 6 ai 14 anni, gli over 65 anni e i gruppi oltre 25 persone. La visita è gratuita per i disabili e i loro accompagnatori.
Parteciperanno al taglio del nastro il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone, la vicepresidente e assessore alla Cultura Simona Manca, il sindaco di Melendugno Marco Potì, il rettore dell’Università del Salento Domenico Laforgia, il direttore del Dipartimento per i Beni culturali dell’Università del Salento Mauro Lombardo, il soprintendente per i Beni archeologici della Puglia Luigi La Rocca, il responsabile degli scavi di Roca Cosimo Pagliara, il curatore della mostra Luigi Coluccia della Scuola Archeologica di Atene.
La Mostra “Roca nel Mediterraneo”, curata da Luigi Coluccia e Oronzina Malecore, è suddivisa in due sezioni, una introduttiva e l’altra tematica. Nella prima, sono illustrate le motivazioni storiche e culturali che stanno dietro alla scelta del Castello di Acaya, immobile di proprietà della Provincia di Lecce situato nel territorio comunale di Vernole ed affidato in gestione all’Istituto di Culture Mediterranee, istituzione in house dell’Ente provinciale, come contenitore della mostra archeologica. Accanto a questo sono forniti i supporti informativi fondamentali per l’inquadramento generale del sito e del contesto territoriale preso in esame, insieme alla storia degli studi che vanta un insolito primato.
La sezione introduttiva è suddivisa nelle seguenti aree espositive: Da Roca ad Acaya (le ragioni di una scelta); La lunga storia delle ricerche condotte a Roca a partire dal Rinascimento; L’insediamento protostorico di Roca e il contesto ambientale. La ricostruzione dell’ecosistema antico (geomorfologia, ambiente, flora, fauna, clima etc.) e le trasformazioni intercorse negli ultimi 3000 anni, dai processi naturali a quelli antropici; L’area naturale protetta delle Cesine: il relitto ultimo di un ambiente sopravvissuto alla pressione antropica.
Nella sezione tematica sono esposti i temi nodali della Mostra, attraverso una scansione temporale delle principali fasi evolutive dell’abitato, ad ognuna delle quali è dedicata una specifica sala secondo questo itinerario: Le mura di fortificazione: l’assedio; I contatti trans marini: la navigazione; I luoghi del culto e la vita materiale; Memoria e sopravvivenza del culto nell’età del Ferro; La Grotta Poesia e le testimonianze epigrafiche del culto.
Attorno al tema delle relazioni umane e degli scambi commerciali e culturali, che da sempre hanno avuto come teatro d’azione il “mare in mezzo alle terre”, si colloca l’esperienza di un territorio naturalmente predisposto ai contatti con l’esterno, raccontata attraverso la testimonianza di uno dei siti chiave per la comprensione delle dinamiche storiche che hanno coinvolto l’estrema propaggine sud-orientale italiana a partire dalla metà del II millennio a.C.
Tra la Media età del Bronzo e la Prima età del Ferro si assiste alla nascita di numerosi abitati costieri fortificati. Proprio per Roca, venticinque anni di ricerche sistematiche hanno comprovato l’esistenza di uno straordinario insediamento a carattere emporico, attorno al quale ruotavano gli interessi di una fitta rete di traffici ad ampio raggio, che dalla tarda età del Bronzo collegava la nostra penisola all’Adriatico settentrionale, all’Egeo e al Vicino Oriente.
Nella Mostra grande spazio è dedicato al contesto ambientale e alla ricostruzione dell’ecosistema antico e alle trasformazioni intercorse negli ultimi 3000 anni, dai processi naturali a quelli antropici. Presente, inoltre, un’ampia rassegna di materiali esotici, dalle ceramiche di tipo minoico-miceneo, ai metalli di derivazione europea-continentale, agli avori e ad altro ancora.
Tra gli oggetti indigeni, oltre alla significativa presenza di vasellame d’uso quotidiano foggiato a mano, saranno esposti alcuni esempi di artigianato specializzato, da quello metallurgico rappresentato dai bronzi dei due ripostigli scoperti nei livelli pavimentali della grande “capanna-tempio” del Bronzo Finale, a quello vascolare, che vede la produzione dei grandi dolia, per la prima volta realizzati con l’ausilio del tornio. A questi, si associano altri singolari manufatti, come la ricostruzione del disco in lamina d’oro, simbolo del culto solare.
La memoria e la sopravvivenza del culto nella successiva età del Ferro, insieme alle più tarde testimonianze epigrafiche raccolte a Grotta Poesia, che da sola costituisce la prova tangibile della lunga vicenda insediativa di Roca, sono i temi affrontati nella sezione conclusiva della Mostra.
Altra particolarità dell’esposizione archeologica è la sua completa accessibilità anche ai visitatori con disabilità, grazie al totale abbattimento di ogni barriera architettonica e alla presenza di riproduzioni tattili, audio descrizioni, stampa in braille, realizzate su consulenza della società “Poiesis” di Copertino.
La mostra “Roca nel Mediterraneo” sarà aperta fino a 26 gennaio 2014 , dal martedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30; il sabato e la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30. Su richiesta di gruppi di visitatori potrà essere aperta anche in altri orari.
Il costo del biglietto è di 5 euro, ridotto a 3 euro per i bambini dai 6 ai 14 anni, gli over 65 anni e i gruppi oltre 25 persone. La visita è gratuita per i disabili e i loro accompagnatori.