ore 09.00 scuola media D. Forlani
La raccolta del pomodoro nella provincia di Foggia ritrova meccanismi di sfruttamento analoghi nella raccolta delle olive in Calabria o in quelle delle fragole in Inghilterra. Ci si imbatte nel flusso ora di polacchi, ora di romeni, quasi sempre di africani, Le tecniche di raccolta sono uguali, lo sfruttamento pure. E si comprende che la rinuncia totale al mezzo meccanico è il vero indice della diffusione del caporalato, il cui lucro si basa sullo sfruttamento delle braccia, non sulla produttività delle macchine.
L'Italia si distanzia notevolmente dai paesi europei più avanzati in termini di ricerca, mentre si posiziona meglio in termini di propensione all'innovazione delle imprese. Un grosso contributo per questo risultato lo si deve alla Puglia e soprattutto al distretto aerospaziale, dove un elevato livello di ricerca e innovazione tecnologica ha consentito in questi anni una crescita in controtendenza, dei livelli occupazionali e di esportazione.
Uno dei motivi di diseguaglianza più odiosi e nello stesso tempo meno dibattuti è l'omosessualità. Ancora più difficile sostenere un dibattito pubblico sull'omogenitorialità e affrontare un percorso di legge a tutela di chi, coppie o single omosessuali, hanno realizzato il progetto di genitorialità, o aspirano legittimamente a farlo.
Quanto è difficile per noi europei uscire dal nostro guscio e renderci conto che esiste tutto un “mondo” appena usciti fuori? Per troppo tempo abbiamo vissuto convinti di essere il centro della Terra, il luogo da dove necessariamente sarebbe dovuto passare tutto. Così non è. E occorre che ce ne rendiamo conto presto!
Le questioni politiche più calde a livello globale, dall'accesso all'acqua e all'istruzione, alla privatizzazione degli spazi urbani, fino al controllo di internet, ruotano oggi intorno al tema dei beni comuni. La prospettiva di cambiamento in tali rivendicazioni non può essere legata alla vana attesa della fine del capitalismo dal mondo. Al contrario il percorso va costruito da subito, affrancandosi dall'idea di una modernità incapace di pensare le relazioni fra esseri umani e risorse, oltre gli angusti confini della dicotomia pubblico/privato.
Niccolò di Bernardo dei Machiavelli, storico, scrittore, drammaturgo, politico, filosofo, fondatore della scienza politica moderna e chissà quanto altro ancora. Si fa solo un torto a ricordarlo esclusivamente per il termine machiavellico, come ad indicare un'intelligenza acuta e sottile ma anche spregiudicata. Forse Machiavelli non avrà mai dipinto, ma l'uomo d'ingegno e di finissima cultura è rimasto stabilmente uno dei punti di riferimento per la cultura italiana (e non solo) dal Rinascimento in poi.
Silvio Suppa ne discute con Pasquale Guaragnella
Sono tante le contraddizioni oggi dell'Europa unita. E se da un lato, Berlino è la capitale culturale europea,dall'altro gli altri Stati fanno fatica a stare dietro all'economia tedesca. Con tanta voglia di far saltare il banco. E intanto, mentre le piccole patrie crescono e i nazionalismi dilagano, ci ritroviamo a parlare ancora una volta di identità europea. Ma quanto determinante potrà essere il ruolo del Mediterraneo su questo cammino?
Franco Cassano ne discute con Carl Henrik Fredriksson
“Capitale corrotta-nazione infetta” titolava così una celebre inchiesta de L’espresso sul finire degli anni ’50 a proposito del dilagare della speculazione edilizia. Da allora decenni di storia e cronache di "signori" del cemento armato, di paesaggi devastati, alluvioni, terremoti e tanta incompetenza. Da Milano ad Agrigento, da Napoli a Roma, da Venezia all'Aquila, da Taranto a Sesto San Giovanni. Non c’è città che non sia stata risparmiata. Così si è perduto anche il senso della “città pubblica”. E molto altro ancora.
Secondo il Global Gender Gap Index, l'indicatore più attendibile sulle diseguaglianze di genere, l'Italia si colloca al 74° posto su 134 paesi. Siamo indietro è evidente. In modo particolare in due ambiti: lavoro e politica. In questi ultimi anni si è parlato molto di “quote rosa”, ma non un solo passo in avanti si è fatto per portare a compimento quell'uguaglianza formale sancita dalla Costituzione. Nel frattempo, ad un divario tra generi si somma anche quello tra generazioni. La questione impone una riflessione non solo sul sistema di welfare, ma anche sulle questioni demografiche del Paese, sui linguaggi, sulla cultura e sulla conoscenza.
Cosa conta di più nella valutazione delle capacità di un giovane che aspira ad un posto di lavoro? In Italia, si direbbe che il pezzo di carta più utile non è il titolo di studio, ma una bella lettera di raccomandazione. Meglio, di referenze. Altrove, invece, il proprio curriculum vitae vale veramente più di tutto. Si dice, la raccomandazione soffoca la meritocrazia, blocca la mobilità sociale e accende la guerra tra generazioni. Intanto chi nasce ricco continua ad arricchirsi, mentre i poveri muoiono poveri. Ma poi una telefonata ti aggiusta la vita; d'altronde una innocente segnalazione può anche aiutare chi di suo merita per davvero. Insomma, siamo tutti certi che la “spintarella” sia proprio da condannare?