Il Centro Ricerche di Storia ed Arte - Conversano, è un’associazione
culturale che ha tra i propri fini statutari la conoscenza, lo studio, la salvaguardia e la
valorizzazione del patrimonio dei beni culturali.
Il Centro Ricerche ha ideato
il progetto di ricerca sulla Pietà Popolare, con l’obiettivo di operare il
censimento, il rilevamento fotografico e la schedatura delle edicole religiose
di Conversano e del suo territorio.
Lo studio è
stato condotto in tutta l’area urbana e nel territorio di Conversano, ove sono
state ritrovate, anche nei recessi più reconditi e difficilmente immaginabili,
delle edicole e/o delle immagini sacre, alcune volte pregevoli altre volte di scarso
valore artistico, ma tutte comunque espressione di una forte e radicata
spiritualità, quella stessa che nei secoli ha costituito la pietas popolare.
A queste
immagini sacre (dipinte o scolpite da artisti per lo più sconosciuti), ubicate «[…]
strategicamente sulle pareti di edifici sacri, in importanti arterie, stretti
vicoli, crocicchi, slarghi, ma anche in angoli più riposti, a metà tra pubblico
e privato, come archi, scalinate, atri, cortili, pianerottoli …, o anche in
aperta campagna, il più delle volte alla confluenza di vie o sentieri, i
cittadini conversanesi hanno riconosciuto nei secoli una duplice valenza
cultuale e protettiva, assegnando loro il compito di tutelare e,
all’occorrenza, salvare la propria vita, quella dei membri della propria famiglia
e/o dell’intera collettività urbana, e di salvaguardare gli animali e i
raccolti contro la siccità o le calamità naturali, contro l’invasione degli
insetti, contro le malattie delle piante.
Questa
“diffusa” presenza di immagini sacre nello spazio urbano ed extraurbano e il concentrato
tesoro di reliquie custodito nelle numerose chiese tendevano ad assicurare
protezione alla città e ai suoi abitanti, a cristianizzare lo spazio rendendolo
inviolabile. Inoltre, come il culto dei santi venerati nelle chiese locali (in particolare
quello del santo patrono) diventava elemento fondante dell’identità urbana e
dei singoli quartieri o contrade in cui era divisa la città, così il culto
devozionale delle edicole religiose poteva diventare elemento identificativo di
parti più ristrette
delle suddette circoscrizioni topografiche, cioè di uno spazio umano ancora più
parcellizzato. Questi oggetti di culto, divenendo poli di aggregazione
religiosa e sociale per gli abitanti del circondario, venivano curati e
abbelliti di lumini, fiori, pizzi dagli stessi residenti che, in occasione
delle ricorrenze religiose, organizzavano anche festeggiamenti e processioni in
loro onore […]».1
1 C. Lavarra, Presentazione Santi di strada e
cristianizzazione dello spazio, in V. Narduli, Pietà popolare a Conversano. Edicole sacre e immagini devozionali dal
Medioevo ai giorni nostri, a cura di C. De Toma e D. Iudice, Congedo
editore, Galatina 2012, pp. 8-10.
Tali manufatti
sono stati realizzati dal Medioevo ai giorni nostri e diversi per questo sono i
Santi raffigurati: alcuni sono di origine orientale, come San Michele Arcangelo
o La Vergine Odegitria; altri, sono strettamente collegati agli ordini
monastici o alle iniziative festive e cultuali delle Confraternite, «[…] o alla
politica ‘religiosa’ degli Acquaviva d’Aragona, la famiglia feudale che
dominava la città (a cui, ad esempio, nella seconda metà del ‘500 è
riconducibile lo sviluppo della devozione mariana del Rosario, e nel ‘600,
l’improvvisa rifioritura del culto dei santi anàrgiri Cosma e Damiano […]».2
Il
percorso didattico della mostra è articolato, tenendo conto di queste premesse,
in diversi itinerari tematici che evidenziano:
L’iconografia
La devozione aulica e popolare
Le tecniche
L’intento
dei curatori della mostra è che dopo la lettura delle schede cartacee possa
seguire, mediante la realizzazione di visite guidate, un momento operativo:
quello della lettura del tessuto urbano.
Purtroppo, alcune
immagini devozionali antiche o recenti (
che fanno cioè parte di produzioni seriali del XX secolo) sono del tutto
scomparse dai paramenti murari del tessuto
urbano; stessa sorte hanno subito varie immagini affrescate nelle piccole edicole o cappelle
rurali nel territorio. Tuttavia, a testimonianza di una consuetudine religiosa
quasi del tutto perduta, restano in Conversano ancora numerose ‘opere’ tra
edicole - tempietti, cappelline, formelle e lastre scolpite, risalenti a epoche
differenti e di varie tipologie, realizzate in materiali diversi; alcune in
discreto stato di conservazione, altre in avanzato degrado.
Il ripercorrere
oggi questi ‘percorsi di fede’, tra devozione, storia ed arte popolare, può contribuire
alla migliore conoscenza di angoli suggestivi, a volte inediti, del nostro centro
storico e ad apprezzare un'arte cosiddetta minore, nata non sempre da artisti
famosi, anzi, il più delle volte da illustri sconosciuti mossi dalla devozione
popolare; opere però che oggigiorno assumono un significato di importante
testimonianza storica.
L'iniziativa rappresenta un'occasione
importante per avviare una collaborazione proficua tra le locali Scuole, di
ogni ordine e grado, e il mondo della Ricerca e del volontariato, intorno al
problema della tutela e della valorizzazione dei beni culturali, al fine di
condividere obiettivi e percorsi formativi, in una nuova ottica di partenariato
a lungo termine.
Per
l’occasione della Mostra un team di studenti del IV anno delle Scuole
superiori, debitamente formati dai curatori del volume, insieme a operatori del
Centro Ricerche e della Pro Loco, che collabora all’iniziativa, espleteranno
visite guidate per le scolaresche sia negli spazi espositivi della Mostra sia
attraverso itinerari cittadini programmati.
Venerdì 5 Aprile
2013, presso la Chiesa di San Giuseppe, i professori Anna Martia Tripputi e
Pietro Sisto dell’Università degli Studi di Bari presenteranno il volume.
Seguirà l’inaugurazione della Mostra didattico-documentaria, per meglio
divulgare i risultati del lavoro e coinvolgere così l’intera comunità nella
riscoperta e rilettura delle tracce della storia della città.
2 Idem, p. 7.