Passaggio di staffetta fra Pietro De Scisciolo e Leo Ragno. Dopo i “Mangianti e mangiati” dello scultore terlizzese, le Officine Culturali di Bitonto ospitano le tele del giovane biscegliese Leo Ragno. La sua proposta si chiama “Tabula Rosa”, un invito a fermarsi, sedersi, non far nulla, cancellare tutto e porsi in ascolto. La mostra sarà inaugurata sabato 4 febbraio, alle 19, nella sala convegni delle Officine Culturali.
“Tabula Rasa” di Leo Ragno è il secondo appuntamento di “Dieci per Dieci”, il progetto di promozione artistica a cura delle Officine Culturali, che metterà a disposizione di 10 giovani artisti, per 10 mesi, la sala convegni del Laboratorio Urbano di Bitonto. A gennaio è stata la volta di De Scisciolo, con una proposta di scultura sui temi della “grande abbuffata”. Febbraio, invece, sarà tutto dedicato all'immobilità e alla logica dell'attesa delle tele di Ragno.
“Fare tabula rasa”, ricorda la critica d'arte Lucrezia Modugno, che ha curato i testi del catalogo di Ragno, “era un'azione naturale per chi utilizzava le tavolette di cera per esercitarsi nella scrittura o risolvere quesiti matematici. Bastava girare lo stilo e ricompattare la cera per renderla pronta ad accogliere nuove parole”. Allo stesso modo “Fare tabula rasa vuol dire oggi cancellare tutto e porsi in ascolto e in attesa della giusta rete di comunicazione tra il mondo e i sensi, riscrivere quella tabula, creare connessioni personali non governate da leggi altrui e prepararsi alla ripartenza”.
Da non perdere, il “Trittico del tavolo”, opera da cui è partita tutta la selezione di dipinti che propone Ragno, così come “Il coniglio bianco”, animale sempre in movimento e rappresentato invece completamente immobile, o la serie di figure de “I seduti”, espressione estrema dell'attesa.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni, fino al 29 febbraio, dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 21, alle Officine Culturali di Bitonto, in Largo Gramsci, 7. L'ingresso all'esposizione è libero e gratuito.
“Tabula Rasa” di Leo Ragno è il secondo appuntamento di “Dieci per Dieci”, il progetto di promozione artistica a cura delle Officine Culturali, che metterà a disposizione di 10 giovani artisti, per 10 mesi, la sala convegni del Laboratorio Urbano di Bitonto. A gennaio è stata la volta di De Scisciolo, con una proposta di scultura sui temi della “grande abbuffata”. Febbraio, invece, sarà tutto dedicato all'immobilità e alla logica dell'attesa delle tele di Ragno.
“Fare tabula rasa”, ricorda la critica d'arte Lucrezia Modugno, che ha curato i testi del catalogo di Ragno, “era un'azione naturale per chi utilizzava le tavolette di cera per esercitarsi nella scrittura o risolvere quesiti matematici. Bastava girare lo stilo e ricompattare la cera per renderla pronta ad accogliere nuove parole”. Allo stesso modo “Fare tabula rasa vuol dire oggi cancellare tutto e porsi in ascolto e in attesa della giusta rete di comunicazione tra il mondo e i sensi, riscrivere quella tabula, creare connessioni personali non governate da leggi altrui e prepararsi alla ripartenza”.
Da non perdere, il “Trittico del tavolo”, opera da cui è partita tutta la selezione di dipinti che propone Ragno, così come “Il coniglio bianco”, animale sempre in movimento e rappresentato invece completamente immobile, o la serie di figure de “I seduti”, espressione estrema dell'attesa.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni, fino al 29 febbraio, dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 21, alle Officine Culturali di Bitonto, in Largo Gramsci, 7. L'ingresso all'esposizione è libero e gratuito.