In data 16 gennaio 2011 l’attuale arciprete della cattedrale, d. Felice Di Palma, ha trasferito nell’Archivio Diocesano di Conversano il fondo librario e manoscritto custodito nella chiesa di S. Benedetto, soggetta territorialmente alla cattedrale. Tale conservazione, per quanto possibile attenta contro ogni eventuale e forse anche reale dispersione e trafugamento, la si deve a mons. Luca Innamorato per lunghi anni rettore della chiesa, al quale va la gratitudine della cittadinanza.
I condirettoriAngelo Fanelli e Vito Castiglione
Per una conoscenza più in dettaglio, si scorra l’elenco di seguito (A. Fanelli).
Fondo librario e manoscritto di S. Benedetto
Il fondo, per la gran parte in mediocri condizioni di conservazione, è costituito da unità librarie e manoscritte.
Quelle librarie, che coprono un arco di tempo che va dal Cinque al Novecento, sono prevalentemente di natura liturgica e di agiografia monastica, e annovera una piccola miscellanea e manualistica devozionale.
Tra i 240 volumi e fascicoli sono da segnalare per il particolare valore, pregio e importanza storica i seguenti:
1. Graduale
2. Pontificale Romanum, Romae 1645, folio, pp. [10], 602, coperta in pelle con incisioni in oro (in allegato)
3. Missale Romanum, Neapoli 1837, 4°, pp. 436, CCXXVI coperta in pelle con incisioni in oro
4. Missale monasticum, Romae 1649, 4°, pp. [32], 456, LXXIX, 8 coperta in pelle con incisioni in oro
5. Missale Romanum, Neapoli 1819, 4°, pp. [4], XXXI, [4], 428, CXIV
6. Antiphonarium et hymnarium, Neapoli 1685, 4°, pp. [4], 308
7. Missae defunctorum, 5 fascicoli con coperta nera cartonata del 1706, 1772, 1842, 1888
8. Breviarium Romanum ad usum fratrum minorum, S. L., 1743, 8°, pp. LX, 1256, CXCII, 2
9. Breviarium Romanum, Neapoli 1780, 8°, pp. LVIII. 1176, CCXXXVI
10. Breviarium monasticum, Venetiis 1745, 8°, pp. [40]. 1444, CCXXIV, 4, [4]
11. Breviarium monasticum, Romae 1831, 8°, pp. LXXXVI, 1191, CCXVI
12. Officia propria sanctorum … pro monachis … ordinis Cisterciensium, Romae 1703, 8°, pp. [10], 164
13.
14.
15.
16. G. M. Trabacci, Passionem D. N. Iesu Christi secundum Matthaeum, Marcum, Lucam et Ioannem…, Neapoli 1634, folio, pp, 1r-42v, coperta pergamenacea,
17. I. Guidetti, Cantus ecclesiasticus passionis D: N: Iesu Christi secundum secundum Matthaeum,
18. I. Guidetti, Cantus ecclesiasticus passionis D: N: Iesu Christi secundum secundum Matthaeum,
19. Missae propriae festorum ordinis fratrum minorum, Venetiis 1598, 4°, pp. 1r-10v
20. Missale Romanum, Venetiis 1741, 4°, pp. XXXVI, 460, XCVIII, 24, [6], coperta con piatti lignei e rivestita di velluto rosso che sui 2 piatti recava rispettivamente gli angoli con teste d’angeli in argento, un medaglione d’argento centrale di S. Benedetto nel piatto anteriore e di S. Scolastica in quello posteriore. Nel 1955 (come riportato a matita nel foglio di guardia) medaglioni e angoli furono staccati e applicati al seguente Messale del 1955
21. Missale Romanum, Turonibus
22. Missale Romanum, Neapoli 1853, 4° pp. XXXII, 436, 4, CXLVIII, [4], 7, coperta recante sui due piatti piccoli angoli in argento, su quello anteriore il medaglione di S. Benedetto e in quello posteriore di S. Scolastica: essi provengono certamente da un messale anteriore, andato perduto presumibilmente del ’700 Diurnum monasticum…pro omnibus sub regula SS. P. Benedicti militanti bus, Venetiis 1719, 16°, pp. [32], 658, CXXXIII; coperta con piatti lignei rivestita di velluto color rosso veneziano con riza o copertura d’argento a sbalzo; i 4 motivi floreali su ogni piatto contornano uno scudo, sormontato da corona comitale: in quello anteriore è inciso s. Benedetto nella sua iconografia classica (pastorale abbaziale e libro della Regola nella sinistra), in quello posteriore s. Scolastica con pastorale badessale e colomba nella sinistra; la chiusura centrale d’argento è a forma di scudo o di cuore; al capitello originario è stato aggiunto uno mobile con segnalibri multicolori in seta; i fogli di guardia anteriore e posteriore risultano del tutto scollati; taglio in oro e testo bicolore (rosso e nero) (in allegato).
Il Diurno contiene l’Ufficio quotidiano della settimana (mattutino, lodi, prima, sesta nona, vespri e compieta), il Proprio del tempo (dall’Avvento alla XXIV domenica dopo Pentecoste), il Proprio dei santi (dal 29 novembre al 24 novembre dell’anno successivo), le orazioni prima e dopo la confessione e la comunione
24 Raccolta fonografica del Concilio Vaticano Secondo, 24 dischi.
Fondo manoscritto
Ancor più prezioso per contenuto, valore artistico e storico è il piccolo fondo manoscritto, totalmente cartaceo, ad eccezione di una pergamena settecentesca.
1. Il primo, e per bellezza e per antichità, è un ms. cartaceo miniato (42,2x28,5cm) di 10 ff. r-v (8r-10v non scritti), che deve ascriversi a un Rituale: più precisamente è un abrégé del rito De benedictione et consecratione virginum che si può riscontrare p. es. nel Pontificale Romanum (Romae 1645, pp. 159-190
Il ms., il cui amanuense ci è ignoto, privo di data cronica e ascrivibile tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo, si apre come frontespizio a tutta pagina con lo stemma a colori degli Acquaviva d’Aragona sormontata dalla corona comitale; sul retro l’antiporta (china e acquerello) raffigura la Vergine con Bambino tra due sante vergini racchiusa in una cornice d’azzurro con 6 volute floreali di color verde e giallo ai 4 angoli e al centro(in allegato): sul capo una corona di 12 stelle, intorno è circondata da piccoli angeli alati e più in alto si libra la colomba, simbolo dello Spirito Santo, ai piedi un dragone artigliato con le fauci spalancate, reminiscenza dell’Apocalisse.
Il testo, che esprime accenti intensi d’amore dell’ancilla Christi*, è solo musicale, ed è tutto racchiuso nella stessa cornice dell’antiporta. Tutti i capilettera sono vergati in vignette quadre con fondo azzurro e lettere in oro. Il dittongo ae si alterna con la e cedigliata (ę).
Mediocre è lo stato di conservazione: tarli diffusi hanno aggredito la retrocoperta e ossidazioni del colore hanno creato parziali lacune e frammentazioni nella decorazione degli angoli inferiori destri a causa della frequente manipolazione.
*Et nunc sequimur. Et nunc sequimur in toto corde. Et nunc sequimur in toto code, timemus te et quęrimus faciem tuam videre, Domine ne confundas nos, sed fac nobis iuxta mansuetudinem tuam et secundum multitidinem misericordiae tuae (ff. 1r-3r). Regnum mundi et omnem ornatum sęculi contempsi propter amorem Domini nostri Iesu Christi, quem vidi, quem amavi, in quem credidi, quem dilexi (ff. 3v-4r). Eructavit cor meum verbum bonum, dico opera mea regi (f. 4r). Quem vidi, quem amavi, in quem credidi, quem dilexi (f. 4v). Ancilla Christi sum ideo me ostendo ser/vilem habere personam (ff. 4v-5r). Posuit signum in faciem meam ut nullum propter eum amatorem admittam (f. 5r). Ipsi sum desponsata cui angeli serviunt cuius pulchritudinem sol et luna mirantur (f. 5v). Annulo suo subarra/vit me Dominus meus Iesus Christus, et tamquam sponsam decoravit me corona (ff. 5v-6r). Induit me Domi/nus cyclade auro texta et immensis monili bus ornavit me (f. 6v). Ecce quod concupivi iam video, quod spe/ravi iam teneo, illi sum iuncta in cęlis quem in terris posita tota devotione dilexi (ff. 6v-7r). Mel et lac ex eius / ore suscepi, et sanguis eius ornavit genas meas (ff. 7r-v).
Vi è allegato un codicetto ms. (40,5x29) che contiene solo il testo scritto precedente: anch’esso è racchiuso in una cornice floreale policroma con capilettere in oro, ormai quasi del tutto perduto, ed è di poco posteriore al precedente.
2. Codicetto del 7 giugno 1626 (27,7x21,2) che riporta il Rito della professione monacale accomodato per facilità delle monache da d. Pietro Guidotto cappellano. Il testo è inquadrato in una doppia cornice bicolore (seppia e rosso) e consta di 11 fogli r-v (scritti fino al 6v) con addenda mss. del 1651 e 1655 sui ff. 10v-11r (che funge da foglio di guardia posteriore). La leggera coperta è rivestita di seta rossa, in alcune parti consunta, con bordi di ricamo in giallo e oro su cui sono cuciti 4 fiocchi a forma di croce da cui pendono 2 nastrini di seta arancione. Lo stato di conservazione è meno che mediocre.
3. Sullo stesso rito è vergato un altro codicetto, ascrivibile allo stesso secolo, ma di poco posteriore al precedente, con il quale ha in comune le stesse caratteristiche della coperta ma un formato lievemente più piccolo (25,5x19).
4. Al sec. XVIII va ascritto un terzo codicetto con coperta in pelle ancora sul rito di monacazione.
5. Particolarmente bella è la legatura del codicetto (33x25) sempre sullo stesso rito, datato 1857 e redatto dal sac. A(ntonius ) M(aria)a C(apone): i bordi in pelle con volute incise e in parte oro racchiudono nel piatto anteriore l’Agnello pasquale accovacciato sul libro in trapunta policroma e arricchita di corallini policromi, e nel piatto posteriore la mitra badessale attraversata a X dal pastorale e dalla croce.
6. Un
7. Molto semplici i piccoli manuali devozionali del 1829, 1829 e 1850 con formato quaderno.
Rito della vestizione delle novizie
Durante la messa all’offertorio prima del lavabo si benedicevano le vesti e i veli con orazioni, poi li si aspergeva e incensava; le novizie baciavano la mano della badessa , si recavano in camera per togliersi alcuni vestiti e, ritornate, ricevevano il cero e la croce dalla badessa dinanzi a cui stavano inginocchiate; poi la badessa le aspergeva, le incensava e tagliava i capelli e le spogliava delle vesti secolari facendo indossare l’abito religioso, azioni tutte accompagnate da orazioni; dopo esse si portavano ad abbracciare la badessa e le altre monache e infine chiedevano la benedizione che si concludeva col canto del Te Deum.
8. Codice musicale (45,5x31) con coperta cartonata in cattivo stato di conservazione. Contiene musica gregoriana composta dal S(acerdos) V(itus) M(ichael) C(aradonna) nel 1820 e da don Paolo Simone nel 1821 e altre musiche gregoriane per varie feste liturgiche databili in anni diversi, tra cui una con datazione 1832, Di grande interesse per gli studi sulle composizioni conversanesi su cui la nostra Collana Crescamus ha già pubblicato 2 volumi specifici (autori C. E. Del Medico e D. D’Attoma).
9. 3 fogli cartacei di musica gregoriana di epoche diverse: XVII (ff. 1r-v), XVIII (ff. 1r-2v), 1751 (ff. 1r-v).
10. Forma iuramenti della monaca Isabella Ghezzi di Monopoli dinanzi alla badessa Eugenia Tarsia.
11. Rito per le visite pastorali del XVIII sec. (ff. 1r-4v).
12. 10 Libri della Confraternita del SS. Rosario in S. Benedetto che iniziano dal 1818 (vi sono contenute come estravaganti alcune lettere del Morea) e terminano al 1956.
13. 15 grandi Platee redatte nel 1845 e 1846 dall’architetto Lionardo (dal cognome non ben decifrabile), alcune in cattive condizioni e con lacune, riguardanti: 1. Varie di Conversano; 2. masseria Gravello; 3: masseria Procida (Turi) 4. Varie di Conv.; 5: masseria Carbonelli; 6. masseria Nepida e Duca; 7. Varie di Conv.; 8. Varie di Conv.; 9. masseria Monterrone; 10. masseria Guadiano (Monopoli); 11. masseria Canale di Pilo (Alberobello); 12. Parco dell’Aglio (Mottola); 13. masseria della Badessa o Sisignano (Martina); 14. Parco Amendola (Noci); 15. Fondo (Castellaneta); 16. Fondo (Rutigliano). A parte: masseria La Selva o Gorgofreddo o Termiteto, tavola redatta nel 1857 da Costantino Sciorsci.
14. 7 fogli facsimile contenenti la forma iuramenti badessale.
15. Santa visita del 1749 fatta dal visitatore apostolico Castrense Scaja, vescovo di Oria sulla ricognizione delle reliquie in S. Benedetto (4 con autentica <> e 18 senza
16. Pergamena miniata del 17 giugno 1749 (55,5x44), in cui il visitatore apostolico Castrense Scaja, vescovo di Oria, attesta ed elenca le reliquie di cui sopra. Vi sono 3 attergati: del 26 giugno 1778, del 1° settembre 1855 (con firma del vescovo Mucedola) e 7 luglio 1872 (con firma del vescovo Génnari).