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Archivio Diocesano Conversano: presentazione Crescamus 14-15-16 e conferenza del prof. Gianfranco Liberati


Giovedì 25 novembre alle ore 18 nella Sala forum dell'Archivio-Biblioteca Diocesana in occasione della presentazione delle pubblicazioni di:

- A. Fanelli, Cronaca d'amore e di magia a Conversano nel primo Settecento, (Crescamus 14), Conversano 2010, pp. 79

- C. E. Del Medico- D. D'Attoma, L'Ufficio delle tenebre nell'Ottocento conversanese: un raro esempio di canto fratto a 4 voci, (Crescamus 15), Conversano 2010, pp. 117

- M. A. Mastronardi, Per le nozze di Dorotea e Giulio Antonio Acquaviva d'Aragona: La Berenice regina degli Argivi di Isidoro Calisto, (Crescamus 16), Conversano 2010, pp.125

il prof. Gianfranco Liberati, ordinario di Storia del diritto italiano all'Università di Bari, terrà la conferenza sul tema:

150 anni di unità d'Italia

Una riflessione preliminare

I condirettori

Angelo Fanelli e Vito Castiglione

Dall'Introduzione di Crescamus 14

Il fatto. Racchiusa nella cinta muraria, la città di Conversano verso le quattro del mattino del 4 novembre 1727 è ancora immersa nel buio della notte. Le sue porte sono chiuse: a N la Porta antica immette immediatamente al castello e alla cattedrale; a S abbraccia il Casalvecchio in congiunzione con il convento di S. Francesco d'Assisi; a E addita l'antico monastero di S. Benedetto; in basso a N e a O, rispettivamente quella della chiancata e quella del Carmine o di Turi racchiudono il Casalnuovo, lo sviluppo edilizio urbano secondo il "nuovo piano regolatore" del conte Adriano Acquaviva d'Aragona (1575-1607), voluto in linee geometriche. Sembra senza vita, immersa nel sonno. Ma la vita pulsa ancora in qualche famiglia dei bassi o delle case palaciate. Qualche strillo di bimbi, alterchi coniugali, sospiri d'amore, miagolii di gatti in amore, latrati di cani. Le ronde, dopo quelle di Casalnuovo, ora stanno perlustrando le stradine raggomitolate del Casalvecchio. Tutto appare tranquillo e in regola, ma intanto una figura furtiva nel Casalnuovo ha eluso la loro sorveglianza.

Nelle ultime strade vicino alla Porta del Carmine…….

Dall'Introduzione di Crescamus 15

Il canto fratto, lo esplico solo per i non addetti ai lavori, è un genere di canto liturgico basato su valori ritmici proporzionali espressi mediante note quadrate. Numerosissimi sono i pezzi a una voce, meno frequenti quelli a 2, decisamente più rari quelli a 3, non si conoscevano, almeno fino a oggi, esempi a 4 voci.

La pubblicazione di questi inediti Responsori in canto fratto a 4 voci per la Settimana Santa, importante opera recentemente scoperta nell'ACC[1], costituisce una buona occasione per sviluppare una succinta indagine storica sulla traditio canendi conversanese, intesa come quella realtà liturgico-musicale complessa che ha visto sacerdoti, religiosi e religiose impegnati nel canto insieme ai musici delle cappelle.

…………

Dall'Introduzione di Crescamus 16

Prodigî d'acque in estasi di luce

temprano il bello a le celesti sfere,

ove stelle, altri miti, altre guerriere.

forman liquide danze, e'l Sol n'è duce.

Quanto ha Castor di rai, quanto ha Polluce,

quanto di latte il candido sentiere

è diafano foco in Acque vere,

che più d'aura vitale a noi traluce.

Or queste scene in terra Amore allumi,

e splender fai con glorïosa idea

tra fiamme ed Acque vive un ciel di lumi.

Che se dono divino è Dorotea,

vanterai, Giulio, emulator de' numi,

eredi al sangue tuo parti di dea.

1. Così Giacomo Lubrano, gesuita ed esponente di spicco di quel tardo-concettismo napoletano che nell'oltranza metaforica e nell'estenuato artificio retorico trovava la sua cifra essenziale, esalta le nozze (1687) di due personaggi di spicco della grande aristocrazia meridionale, Giulio Acquaviva, conte di Conversano e Dorotea Acquaviva, sorella del duca d'Atri, a conferma non solo dell'intrinseco valore dinastico di questa unione, ma anche (e soprattutto) del rilievo, politico e ideale al tempo stesso, che all'evento si intende conferire.

Non certo a caso, infatti, in quest'occasione, viene organizzata a Conversano una "festa" particolarmente ricca e sfarzosa, di cui dà notizia il Pacichelli:

Era il tutto in quel tempo ben disposto, con diverse livree di scarlatto e più vago ornamento e colore fra gli staffieri e camerieri numerosi, spiegati per esser giunta in Conversano di fresco la sposa, contessa donna Dorotea, sorella del duca d'Atri, parimente Acquaviva, all'arrivo della quale si era adornata di emblemi e di imprese una lunga strada con la Fama nell'arco e le parole Foelici faustoque ornata ingressui, aperte fonti di vino, consumate machine di fuoco e rappresentata in un novello teatro di legno, che pensan di ridurre in fabbrica, l'opera drammatica intitola la Berenice, nella quale segnalavansi musici forestieri e particolarmente la cantatrice Fiasconi.