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Il 7 marzo 2010 I nervi dell’anima: Percorso sulla follia al femminile



Il 7 marzo 2010
I nervi dell’anima:
Percorso sulla follia al femminile

Nell'attuale società, il singolo, sostanzialmente chiuso in se stesso, vive schiacciato nell'immanenza senza una prospettiva forte di senso a cui relazionare la sua esistenza. L'irripetibilità della vita, e di ogni singola occasione che in essa si presenta, sono la giustificazione per mettere in cultura intensiva il presente, con l'intento di cogliere il prima possibile, occasioni che non si ripeteranno mai più. La morte diviene, allora, l'evento estraneo e incomprensibile, che sostanzialmente non ci appartiene, che ruba le nostre possibilità, invece di dischiuderle. Si è perso di mira, che la vita è costruzione, lotta per esprimersi, e che solo in questa lotta acquista il suo senso. lo svantaggio di tale atteggiamento consiste nel privare l'esistenza del singolo di ogni tensione, di lasciarlo in uno stato astenico, come se gli fossero stati recisi i nervi dell'anima. Tolto lo slancio verso il futuro, la vita interamente immersa nel presente rischia di diventare opportunistica e predatoria. Restituire la profondità del passato e la proiezione verso l'avvenire significa sostanzialmente comprendere, dispiegandolo, il presente, ricomprendere il senso della sofferenza come vissuto proprio del soggetto, come ciò in cui e rispetto a cui la vita può avere, ed ha,un senso. La follia dunque nella cultura moderna ha un ruolo importante, specialmente nelle opere liriche, dove occupa grandi scene, note come appunto scene “della follia”.Ho voluto, ma soprattutto ho potuto, scrivere questo spettacolo con gli occhi sensibili e a volte fragili di una donna, per cui ho attinto dalla drammaturgia alcuni esempi memorabili ed emblematici ,affreschi romanzeschi della schizofrenia come il dramma “Finale di partita” di Samuel Beckett, nel quale si intrecciano i temi della solitudine, dell'incomprensione, dei confini assurdi tra il vero ed il falso, tra la follia e la saggezza. Ancora, le immagini e i concetti verbali della Dickinson, esplorati per creare una gamma di sensazioni fisiche ed azioni pittoriche. ” Silenzi “è una danza che comunica più per immagini che attraverso una narrazione. Fino ad arrivare alla disperazione e il nichilismo disgregante di Carlo Bordini, scrittore romano, nostro contemporaneo. Il tutto interamente interpretato da donne che, in ogni stanza del castello di Conversano, daranno artisticamente vita ad ognuno di questi personaggi, con ogni mezzo a loro disposizione.

Margherita Gigante