S’avvia nel segno del teatro la quinta edizione del LOCUS FESTIVAL di Locorotondo. Contrariamente a quanto annunciato in conferenza stampa, l’appuntamento iniziale con Gabriele Lavia è fissato per giovedì 16 luglio alle 21,30 nella Masseria Ferragnano (nei pressi dell’Itas Basile-Caramia, via Cisternino 281) e non più il 18 luglio.La cerimonia d’apertura del festival coincide con il conferimento del Premio Mattatore 2008/2009, evento speciale realizzato in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese e con il Comune di Locorotondo come riconoscimento all’idea di teatro rigorosa da Lavia espressa nel corso di questi anni.
L´attore e regista è uno dei maestri del teatro italiano degli ultimi quarant’anni e sarà lui ad inaugurare il Locus Festival 2009 in maniera inedita, con un recital tutto dedicato alle poesie di Giacomo Leopardi.
Lo spettacolo s’intitola “Gabriele Lavia dice Leopardi“. “Dice” perché Gabriele Lavia non legge né interpreta, ma riversa sul pubblico, in un modo assolutamente personale nella forma e nella sostanza, le più intense liriche leopardiane. “Le poesie di Leopardi sono talmente belle e profonde che basta pronunciarne il suono, non ci vuole altro. Da ragazzo volli impararle a memoria, per averle sempre con me. Da quel momento non ho mai smesso di dirle. Per me dire Leopardi a una platea significa vivere una straordinaria ed estenuante esperienza. Anche se per tutto il tempo dello spettacolo rimango praticamente immobile, ripercorrere quei versi e quel pensiero equivale per me a fare una maratona restando fermi sul posto” scrive il regista.
L´attore e regista è uno dei maestri del teatro italiano degli ultimi quarant’anni e sarà lui ad inaugurare il Locus Festival 2009 in maniera inedita, con un recital tutto dedicato alle poesie di Giacomo Leopardi.
Lo spettacolo s’intitola “Gabriele Lavia dice Leopardi“. “Dice” perché Gabriele Lavia non legge né interpreta, ma riversa sul pubblico, in un modo assolutamente personale nella forma e nella sostanza, le più intense liriche leopardiane. “Le poesie di Leopardi sono talmente belle e profonde che basta pronunciarne il suono, non ci vuole altro. Da ragazzo volli impararle a memoria, per averle sempre con me. Da quel momento non ho mai smesso di dirle. Per me dire Leopardi a una platea significa vivere una straordinaria ed estenuante esperienza. Anche se per tutto il tempo dello spettacolo rimango praticamente immobile, ripercorrere quei versi e quel pensiero equivale per me a fare una maratona restando fermi sul posto” scrive il regista.