ORFEO ED EURIDICE
di Christoph Willibald Gluck e Johann Christian Bach
Si inaugura giovedì 16 luglio 2009, nell’atrio del Palazzo Ducale di Martina Franca, ore 21, il 35° Festival della Valle d’Itria. Ad aprire la rassegna sarà Orfeo ed Euridice di Christoph Willibald Gluck, la stessa opera che nel 1975 diede inizio all’avventura del Festival martinese. L’opera di Gluck è riproposta nella versione assolutamente inedita del 1774, andata in scena al Teatro San Carlo di Napoli, con aggiunte, modificazioni e abbellimenti per mano di Johann Christian Bach, su libretto di Ranieri de’ Calzabigi. La revisione critica è di Ivano Caiazza, regia e costumi sono a cura dello svedese-veneziano Antonio Cafiero, dirige l’orchestra Aldo Salvagno.
Le due versioni differiscono soprattutto per il fatto che i due compositori, Gluck e Bach, pur essendo coevi “partono da presupposti, committenze e pubblico distinti” – nota il regista Cafiero -. Bach trasformò l’opera per adattarla meglio ai gusti del pubblico napoletano: ampliò il libretto, arricchendolo con la presenza di sette cantanti (in otto ruoli), con l’allestimento di sette mutazioni sceniche, e inserendo più cori, più danze e nuovi brani solistici, in uno stile più virtuosistico e brillante. Il fatto che nuovi personaggi partecipino alla costruzione del materiale drammaturgico mi ha obbligato a tirare nuovi fili. Adesso Orfeo ha un padre, Eagro, e un amico di famiglia, Euristo”. La trama si fa più concreta e riconoscibile alla sensibilità del pubblico odierno, il mito si allontana e l’uomo si avvicina. Inoltre, “i Campi Elisi non sono suggeriti musicalmente – aggiunge Cafiero -, bensì governati da Plutone e gestiti da suoi collaboratori, Erinni e Proserpina. “Per quanto riguarda le note – conclude Cafiero – i miei compagni d’avventura ed io faremo di tutto perché siano rispettate e chiare”.
Inoltre, per gli amanti delle storie a lieto fine, il libretto di Ranieri de’ Calzabigi riserva una piacevole e sorprendente differenza. Rispettando il mito, infatti, Orfeo incanterà gli dei degli Inferi con la sua musica, andrà a riprendersi Euridice nei campi Elisi e la perderà nuovamente, perché non riuscirà a rispettare l’accordo fatto con Amore di non voltarsi a guardarla fino al ritorno tra i vivi. Tuttavia, a dispetto del tradizionale epilogo tragico previsto dalla mitologia greca, quando Orfeo cercherà di togliersi la vita, convinto di dover dire addio per sempre alla sua Euridice, giungerà a disarmarlo Amore: gli dei, commossi dal canto “Che farò senza Euridice”, decideranno questa volta di restituire a Orfeo la sua sospirata sposa.
L’innovativo Orfeo rivisitato da Bach, fu interpretato a Napoli da un castrato, secondo la scuola barocca e il gusto del tempo. Invece, “la rappresentazione di quest’anno a Martina Franca vedrà un Orfeo contraltista opposto al sopranista che canta nel ruolo di Amore” – annuncia Sergio Segalini, storico direttore artistico del Festival della Valle d’Itria.
Orfeo sarà interpretato dal siriano Razek François Bitar. Al suo fianco, vestirà i panni di Euridice Daniela Diomede, di Bari. Amore sarà Angelo Bonazzoli. Completano il cast Ernesto Petti (Eagro), Natalizia Carone (Euristo e Erinni), Vincenzo Maria Sarinelli (Plutone) e Mizuki Date (Proserpina).
Direttore d’orchestra: Aldo Salvagno
Regia e costumi: Antonio Cafiero
Scene: Eric Soyer
Coreografie: Marta Bevilacqua
Amore: Angelo Bonazzoli
Orfeo: Razek François Bitar
Euridice: Daniela Diomede
Plutone: Vincenzo Maria Sarinelli
Proserpina: Mizuki Date
Eagro: Ernesto Petti
Euristo / Erinni: Natalizia Carone
Orchestra Internazionale d’Italia
Coro Slovacco di Bratislava
Martina Franca, Palazzo Ducale, 16 e 18 luglio 2009, ore 21
ufficio stampa tel. 080 4344518 – tel./fax 080 4800790
stampa@festivaldellavalleditria.it
di Christoph Willibald Gluck e Johann Christian Bach
Si inaugura giovedì 16 luglio 2009, nell’atrio del Palazzo Ducale di Martina Franca, ore 21, il 35° Festival della Valle d’Itria. Ad aprire la rassegna sarà Orfeo ed Euridice di Christoph Willibald Gluck, la stessa opera che nel 1975 diede inizio all’avventura del Festival martinese. L’opera di Gluck è riproposta nella versione assolutamente inedita del 1774, andata in scena al Teatro San Carlo di Napoli, con aggiunte, modificazioni e abbellimenti per mano di Johann Christian Bach, su libretto di Ranieri de’ Calzabigi. La revisione critica è di Ivano Caiazza, regia e costumi sono a cura dello svedese-veneziano Antonio Cafiero, dirige l’orchestra Aldo Salvagno.
Le due versioni differiscono soprattutto per il fatto che i due compositori, Gluck e Bach, pur essendo coevi “partono da presupposti, committenze e pubblico distinti” – nota il regista Cafiero -. Bach trasformò l’opera per adattarla meglio ai gusti del pubblico napoletano: ampliò il libretto, arricchendolo con la presenza di sette cantanti (in otto ruoli), con l’allestimento di sette mutazioni sceniche, e inserendo più cori, più danze e nuovi brani solistici, in uno stile più virtuosistico e brillante. Il fatto che nuovi personaggi partecipino alla costruzione del materiale drammaturgico mi ha obbligato a tirare nuovi fili. Adesso Orfeo ha un padre, Eagro, e un amico di famiglia, Euristo”. La trama si fa più concreta e riconoscibile alla sensibilità del pubblico odierno, il mito si allontana e l’uomo si avvicina. Inoltre, “i Campi Elisi non sono suggeriti musicalmente – aggiunge Cafiero -, bensì governati da Plutone e gestiti da suoi collaboratori, Erinni e Proserpina. “Per quanto riguarda le note – conclude Cafiero – i miei compagni d’avventura ed io faremo di tutto perché siano rispettate e chiare”.
Inoltre, per gli amanti delle storie a lieto fine, il libretto di Ranieri de’ Calzabigi riserva una piacevole e sorprendente differenza. Rispettando il mito, infatti, Orfeo incanterà gli dei degli Inferi con la sua musica, andrà a riprendersi Euridice nei campi Elisi e la perderà nuovamente, perché non riuscirà a rispettare l’accordo fatto con Amore di non voltarsi a guardarla fino al ritorno tra i vivi. Tuttavia, a dispetto del tradizionale epilogo tragico previsto dalla mitologia greca, quando Orfeo cercherà di togliersi la vita, convinto di dover dire addio per sempre alla sua Euridice, giungerà a disarmarlo Amore: gli dei, commossi dal canto “Che farò senza Euridice”, decideranno questa volta di restituire a Orfeo la sua sospirata sposa.
L’innovativo Orfeo rivisitato da Bach, fu interpretato a Napoli da un castrato, secondo la scuola barocca e il gusto del tempo. Invece, “la rappresentazione di quest’anno a Martina Franca vedrà un Orfeo contraltista opposto al sopranista che canta nel ruolo di Amore” – annuncia Sergio Segalini, storico direttore artistico del Festival della Valle d’Itria.
Orfeo sarà interpretato dal siriano Razek François Bitar. Al suo fianco, vestirà i panni di Euridice Daniela Diomede, di Bari. Amore sarà Angelo Bonazzoli. Completano il cast Ernesto Petti (Eagro), Natalizia Carone (Euristo e Erinni), Vincenzo Maria Sarinelli (Plutone) e Mizuki Date (Proserpina).
Direttore d’orchestra: Aldo Salvagno
Regia e costumi: Antonio Cafiero
Scene: Eric Soyer
Coreografie: Marta Bevilacqua
Amore: Angelo Bonazzoli
Orfeo: Razek François Bitar
Euridice: Daniela Diomede
Plutone: Vincenzo Maria Sarinelli
Proserpina: Mizuki Date
Eagro: Ernesto Petti
Euristo / Erinni: Natalizia Carone
Orchestra Internazionale d’Italia
Coro Slovacco di Bratislava
Martina Franca, Palazzo Ducale, 16 e 18 luglio 2009, ore 21
ufficio stampa tel. 080 4344518 – tel./fax 080 4800790
stampa@festivaldellavalleditria.it